6

18 luglio

 Giornata uggiosa: pioggia continua con un cielo grigio compatto che non lasciava spiragli alla speranza. Ripresa l'esplorazione di Harris in senso antiorario, cioè esplorando il lato est. Da questo lato le montagne arrivano al mare, con i soliti frastagliamenti che fanno rientrare il mare profondamente, creando illusioni di laghetti che si confondono con i numerosissimi veri laghetti. L'unica cosa che  fa distinguere i veri “lochs” dai “sea lochs” è l'acqua resa marroncina dalla torba dei primi e le alghe che bordano le coste dei secondi.

La “golden road” che costeggia Harris a est (così chiamata per il denaro che è stato speso per realizzarla) attraversa un paesaggio assolutamente lunare (44+): rocce scintillanti (gneiss) e vuoto assoluto di abitazioni. Non per niente alcune scene di “2001 Odissea nello spazio” sono state girate qui. In fondo all'isola una chiesa in pietra si erge su una collinetta. Trattasi si St Clement's (45), edificio dei primi del “500, in periodo pre- riforma e abbandonato subito dopo la riforma. Fu fatto restaurare alla fine dell'800 e vanta un suggestivo interno (46) , sempre in pietra viva, con una bellissima tomba (47) che l'architetto artefice della chiesa (MacLeods) aveva costruito per se stesso. 

 Circa a metà cammino ci siamo fermati perché in una casetta, tipo quella delle fate, abbiamo visto il cartello “Gallery” e ci siamo incuriositi. Una signora molto gentile ci ha mostrato i quadri che alcuni pittori suoi amici le avevano lasciato perché lei li vendesse. E’ una signora inglese trasferitasi qui dopo la pensione (se ne trovano su queste isole) e i pittori sembrano anche di un certo talento. Appena usciti, proprio davanti alla piccola baia antistante, abbiamo avvistato le prime foche (48+) con una qualche emozione. (Pierluigi ha anche rischiato di rompersi qualche osso scivolando sulle alghe mollicce per fotografarle da vicino). E' un tipo di foche molto grandi e pare ne vivano molte da queste parti.

Tutta la costa è assolutamente splendida in questo alternarsi di “lochs” e “sea-lochs” (49), cioè laghi veri e laghi di acqua salata. Tanto per passare un po' di tempo, visto che non smetteva di piovere, abbiamo fatto un paio di visite ai negozi di Harris Tweed (il famoso tessuto originario di qui). Abbiamo deciso di arrivare fino a Tarbert per una visita all'ufficio turistico e per il rifornimento. Tarbert, pur essendo il centro più importante da quando siamo sbarcati a Barra, è pur sempre un paesetto con un “supermarket” abbastanza sfornito, e pochi altri negozi. L'insieme, che si affaccia sopra il piccolo porto, risulta comunque molto grazioso.

 Ritornati indietro per la stessa strada e fermati ad un campeggio: Minch View che con molta buona volontà si può chiamare campeggio. In realtà trattasi di un piccolo piazzale in ghiaia antistante una casa che una donnina intraprendente ha deciso di adibire a tale scopo. Ci entrano 4 camper e, volendo, una tenda sul pratino antistante.

Ha fatto costruire un casotto vicino casa alla meno peggio per creare un bagno (io non ho voluto visitarlo) e una doccia un po' precaria. Comunque alla fine abbiamo avuto tutto quello di cui avevamo bisogno.

19 luglio

 Ripreso il giro dell'isola, sempre lato est, tornando verso sud per portarci alla baia di Stocinis da cui parte un sentiero che attraversa l'isola da est ad ovest, verso le candide spiagge di Losgointir. Anche se ventoso, il tempo ha retto e spesso c'è stato anche sole. Il sentiero è ben segnalato e passa attraverso le marcite torbose e acquitrinose. Segue il percorso del vecchio “coffin path” (51) il sentiero delle bare, che in passato la gente faceva, bara in spalla, per andare a seppellire i morti verso le spiagge dell'ovest. Arrivati in alto, prima di cominciare a ridiscendere , si ha una vista superba della spiaggia bianca (53) e dei colori caraibici del mare. Non per niente, come spesso succede da queste parti, nei luoghi topici, è stata sistemata una panchina (54+). Purtroppo al ritorno abbiamo dovuto ripercorrere la stessa strada perché l'anello che avremmo voluto fare non era ben segnalato. Totale 5 ore di cammino. All'arrivo Pierluigi ha avvistato altre foche su una roccia ed è anche riuscito ad avvicinarsi (questa volta senza cadere ) sorprendendo la fochina dalle spalle (vedere foto con espressione stupita della foca (55)). Quando se n'è accorta ha prodotto una specie di rutto e si è gettata in acqua.