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Ripreso il giro verso sud ma questa volta tagliando al''altezza di Fionnbagh che conduce a Levenburgh. E' interessante notare come i 2 versanti dell’isola di Harris  cambino improvvisamente: da un lato le rocce brulle e solo pochissimi sprazzi di erba (56), dall'altro un unico strato di torba ricoperta di verde copre tutto in modo uniforme (57).  Continuato il giro verso nord dal lato ovest con un susseguirsi di spiagge dorate (58+) che orlano un mare verde-blu tipo Maldive. Peccato che appena si scende un vento gelido fa subito venir voglia di tornare indietro e di rifugiarsi nel tepore del camperino. Lungo il cammino avvistati anche altri “Highlands bulls” (59) e un paio di “standing stones” preistoriche (60).  Il giro è terminato di nuovo a Tarbert dove, in un posto assolutamente imprevedibile (un antro stretto e buio da cui uscivano fumi di frittura (61)) abbiamo gustato il miglior “fish & chips” della storia. La fila degli avventori la diceva lunga sulla qualità.  Tra i clienti abbiamo avvistato molti “bikers” che girano queste isole inospitali offrendosi indifesi agli elementi e  che destano l'ammirazione del Pierlu e le mie perplessità sulla loro salute mentale.

Finito la scatola di polistirolo di pesce e patatine (sostituisce il vecchio cartoccio di giornale) come al solito ci siamo messi alla ricerca di un pub dove smorzare la sete. A Tarbert hanno messo in piedi una struttura gonfiabile (62) (ricorda un luna park) che funge da pub. Anche i sedili sono gonfiabili e, quando uno si siede, gli altri avvertono una spinta verso l'alto. Comunque la birra è buona. Al solito c'è stata l'incomprensione con il barista sul tipo di birra che vuole Pierlu; ne hanno troppe perchè possiamo districarci! Io a scanso di complicazioni mi attengo a una semplice lager!

 Dopo aver telefonato agli unici Servas delle isole Ebridi e aver preso accordi per incontrarci l’indomani, abbiamo ripreso il cammino verso NORTH HARRIS, isola molto selvaggia e montuosa. Dopo aver preso la deviazione per Huisinis ci siamo trovati alla fine della strada con la meravigliosa visione di una spiaggia bianchissima(63). E dietro di essa un piccolo parcheggio, con pochi posti e corredato di servizi igienici, ci ha invitato alla sosta. Fuori fa freddo ma una buona tazza di thè ci riscalda e la sorseggiamo ammirati dal paesaggio circostante (64+). Trascorsa lì la notte.

 20 luglio

 Nonostante il vento ci siamo avventurati a fare una passeggiata sul sentiero (66) che corre lungo la costa e che arriva davanti all'isola di Scarp, oggi disabitata ma che aveva degli abitanti fino agli anni '70.  E' diventata famosa negli anni '50 quando a qualcuno venne l'idea di spedire alla popolazione la posta con un razzo invece di disturbarsi a portargliela in questo posto perso da dio. Il primo e unico tentativo finì con lo scomposto precipitare del razzo e con la posta disseminata per kilometri. Sulla punta del promontorio, proprio davanti a Scarp, si estende una specie di atollo di sabbia bianca. La camminata è durata circa 2 ore e mezzo e quando siamo tornati al camper eravamo storditi dal vento. Anche questa zona, come molte altre in queste isole, pullula di leprotti.

 Ripreso il cammino di ritorno per portarci verso nord, attraversando NORTH HARRIS. E' una zona completamente brulla e disabitata, punteggiata dai soliti laghetti. In qualche zona si trovano enormi pietroni appoggiati sullo strato di torba erbosa, come se fossero rimasti lì dopo una furibonda lotta tra giganti.

Da North Harris si passa all’ ISOLA DI LEWIS,la più grande delle Ebridi Esterne e la più abitata.

Poco prima di arrivare dai nostri amici Servas ci siamo fermati in una “Inn” (locanda) per il solito “coffee and scone” di ordinanza. E' domenica pomeriggio e il locale è frequentato da abitanti del luogo o turisti interni. Io e Pierlu ci siamo divertiti ad osservarli. L'ambiente è accogliente e ci siamo rimasti per un po'.