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Verso mezzogiorno siamo giunti a Oban , una cittadina sul mare con porticciolo e punto di partenza per le Ebridi. Dopo aver sbrigato le pratiche per anticipare il nostro “hopscotch ticket” di un giorno ( a proposito: che fatica capire gli scozzesi che non siano dei letterati! Hanno una pronuncia così stretta che rende irriconoscibili le parole....ben lontana dai modelli proposti dalle cassette del libro di testo!). Abbiamo cercato, con successo, il nostro primo “fish & chips”. Ce lo siamo aspirato avidamente nel nostro meraviglioso camperino e poi siamo andati al pub ad innaffiare il tutto con birra locale.

Il tempo è come ci si potrebbe aspettare da queste parti: nuvoloso, con sporadici “drizzles”, qualche banco di nebbia, freddino e umido.

La traversata è durata 4 ore e mezzo, il mare con un'onda un po' lunga che favorisce il sommovimento di stomaco. L'arrivo alla prima isola, BARRA, al porticciolo di Castlebay, avviene sotto un temporale. Un bel castello, che si erge in mezzo al mare, proprio nell'area del porto, sembra dare il benvenuto ai passeggeri.  Il paesino è formato da uno sparuto gruppo di case grigie, non si vede nessuno in giro, non c'è un pub o altro locale aperto. Il negozietto di alimentari che ha aspettato l'ultimo traghetto sta chiudendo anch'esso. Ci chiudiamo nel tepore del nostro camperino (riscaldamento a tutta randa) ; se vedessi arrivare dei lupi non mi meraviglierei affatto. Ci facciamo una pasta e poi di corsa a ninna.

15 luglio

 

Iniziato il giro dell'isola, da sud, verso VATERSAY (19) , un tempo isola separata ma ora unita a Barra da un terrapieno. Dopo un primo acquazzone è uscito un bel sole che ha acceso l'isola di colori: spiagge bianchissime (20) su un mare turchese, prati verdissimi punteggiati di pecore e mucche (21). Cerchiamo di scendere a fare una passeggiata nel luogo dove una nave di emigranti che si dirigevano in America affondò facendo annegare circa 400 persone. Solo che c'è un vento terribile (23) che rende faticosissimo spostarsi e ci sabbia la faccia.

Continuato poi il giro di Barra dal lato ovest dove si susseguono altre bianchissime spiagge, fino ad arrivare all'aeroporto (24+) che è un unico nel suo genere: la enorme spiaggia che sta di fronte alla torre di controllo costituisce la pista di atterraggio! Naturalmente quando c'è la bassa marea. Nelle lunghe pause tra un aereo e l'altro la gente va a raccogliere molluschi sulla spiaggia-aeroporto, che sono alla base di un piatto locale.

 

La sera prendiamo il ferry da Ardmhor per ERISKAY, la seconda isola del tour. Sbarchiamo dopo 40 minuti vicino alla spiaggia dove Bonnie Prince Charlie sbarcò nel 1745.  L'isola è minuscola e non ha attrattive particolari ma è un passaggio obbligato verso SOUTH UIST, cui è collegata da un terrapieno. A proposito di terrapieni; ogni volta che ne attraversiamo uno ( e qui ce n'è un gran numero) compare il cartello “attenzione attraversamento lontre” (27), che peraltro non abbiamo ancora mai visto, ma che pare amino attraversare solo sui terrapieni! Curioso.

Cominciamo a percorrere l'isola dal lato ovest e ben presto lasciamo la strada principale (si a per dire) per una secondaria che conduce ad alcune “round houses” attraverso terreni a marcite (machair), dune ricoperte di torba e prato. La strada termina sotto un cimitero di croci (28) posto su una collinetta. Non so perchè ma queste sepolture sotto terra, in questi luoghi solitari non incutono paura ma solo un senso di pace. Altri camperisti e una coppia in tenda (dei veri eroi con questo tempo) hanno deciso di trascorrere lì la notte. Ci uniamo anche noi al gruppo. Intorno c'è un fuggi fuggi di leprotti. Guardando bene vediamo che il terreno intorno è disseminato di tane.