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L’impatto con la Georgia è stato abbastanza forte. Il degrado di case e strade è notevole. Certo l’incessante pioggia che ci ha accompagnato non ha aiutato a mitigare l’impressione. Case ricoperte di lamiere ondulate, palazzi cadenti, fabbriche abbandonate. Su quest’ultime, per ironia della sorte, le uniche cose rimaste intatte sono i mosaici che ne fregiavano le facciate, con tutta la bella retorica sul radioso futuro della classe lavoratrice.
Nota simpatica a Bitumi. Mentre, sotto la pioggia, stavamo cercando di prelevare ad una banca per pagare la fatidica multa siamo stati abbordati da una giovane donna che vi stava entrando, come impiegata, abbiamo capito poi. Era sabato, la banca era chiusa al pubblico ma gli impiegati erano comunque al lavoro. Ci ha invitato ad entrare con lei e ci ha condotto nel suo ufficio dove c’era una sua giovane collega che parlava un buon inglese . Ci ha fatto così spiegare che sua sorella sta imparando l’italiano perché è intenzionata a trasferirsi in Italia; ha chiesto poi la mia email e il telefono…. Si trasformerà in un altro caso Hamid? Che dio ce ne scampi e liberi! Comunque siamo riusciti a pagare la multa!
Continuata la strada in direzione di Tiblisi e quando è stata l’ora di trovare un posto per dormire abbiamo visto l’insegna ristorante in una strada secondaria e l’abbiamo seguita. Fa parte delle nostre strategie di viaggio quella di cenare in un ristorante e poi chiedere se si può passare la notte nel loro parcheggio, che quasi sempre è custodito. Arrivati ad un edificio nuovo, in mezzo ad un bel parco, abbiamo chiesto ad un ragazzo che era lì insieme a 2 donne di mezza età se potevamo fermarci per la notte. Ci ha risposto di si, anche se l’albergo e il ristorante non erano ancora in funzione. Abbiamo pagato i 10 lari richiestici, ci siamo cucinati una pasta e ci siamo preparati per la notte. E qui è cominciato il bello. Col far della sera, subito dopo la partenza delle donnine, sono cominciate ad arrivare macchine con ragazzi e ragazze. E poi un viavai di gente e macchine. Inclusa una macchina della polizia che è restata pochi minuti. Alcuni ragazzi nella hall erano muniti di kalashnikov, forse la security.
Io e Pierlu spiavamo (io impaurita) dall’ oblò del camper senza riuscire a prendere sonno. Non abbiamo capito in che giro siamo capitati:amici del padrone che usavano l’albergo per incontrare amanti o prostitute? O altro? Non lo sapremo mai. Solo quando il viavai è cessato siamo riusciti a prendere sonno e l’indomani mattina ce la siamo svignata abbastanza presto, felici di essere salvi. Il ragazzo della security ci ha salutato cordialmente, come se non fosse successo nulla. Tutto normale per lui!