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Particolare menzione merita la visita al MUSEO DI SAMARKANDA.

                       Già l’edificio (una specie di scatolone che si erge su palafitte…ma senza acqua) non è di quelli che invitano ad entrare. Ma noi, duri, l’abbiamo fatto.

L’ingresso è uno spazio immenso di cui solo un angolino è occupato da una donna che siede dietro un tavolino e distribuisce biglietti. I soliti biglietti di stampo sovietico: un pezzaccio di carta su cui c’è tanto da scrivere e poi tagliati con le forbici. La bigliettaia ci avverte subito che , poiché al momento manca la corrente elettrica, ci farà uno sconto. Ci farà pagare un biglietto invece di 2.

                      Stavamo cominciando a visitare il piano inferiore dove sono esposte, tra la polvere, cose di scarsa rilevanza (ad eccezione di alcuni manoscritti del corano) quando è tornata la luce. Allora, mentre stavamo salendo al piano superiore, la bigliettaia ci ha urlato dietro che dovevamo acquistare il secondo biglietto. A motti, abbiamo assicurato che l’avremmo fatto scendendo e ci siamo accinti ad entrare nella stanza più interessante di tutto il museo. Ma, voilà, la luce se ne è andata di nuovo. La totale mancanza di finestre di quella parte non consentiva poi neanche di “intravedere” qualcosa.

                     Quindi niente secondo biglietto! Non ci è restato altro da fare che guardarci una mostra di pittori uzbeki lungo un corridoio finestrato. E a questo punto la parte più interessante è stata l'osservazione delle “guardiane” del museo (ognuna delle ex repubbliche sovietiche è contraddistinta da un altissimo numero di impiegate nei musei): mollemente adagiate sui divani, un po’ ripiegate su un fianco, l’aria assonnata favorita dal caldo e dallo scarso movimento di visitatori. Qualcuna , per ammazzare il tempo (e per arrotondare il magro stipendio), fa dei lavori all’uncinetto che cerca di vendere agli sparuti turisti. Di particolare forza compositiva ci si è presentata la parete di fondo della sala/corridoio: grande quadro alla parete con ritratte alcune giovani donne in giardino (alla maniera pre-impressionista dei “macchiaioli”) subito sotto, sprofondate su un gran divano, 3 guardiane che sembravano un perfetto completamento del quadro stesso!

 

                     Nel nostro B&B, come sempre succede, abbiamo preso contatto con un taxista che alloggiava lì e che l’indomani sarebbe andato a BUCHARA. Con $ 40 (in 2) abbiamo percorso il tratto tra Samarkanda e Buchara ( 4/5 ore) in taxi con aria condizionata.

 

           25 luglio

B&B “Nazira e Azizbeck”,nel cuore di Buchara, prenotatoci dall’albergo precedente, $25 camera doppia B&B.

                     Questi B&B a gestione familiare meritano una menzione particolare. Si tratta di famiglie che hanno riadattato le loro vecchie case nel centro della città storica. Di solito hanno una struttura ad uno o due piani con una corte interna in cui crescono alberi e fiori. Un portico profondo circonda la corte e, sotto questo, una serie di letti/sofà in legno ricoperti di tappeti e cuscini per potercisi adagiare mollemente, e con un tavolinetto dalle zampe molto corte per appoggiare cibi e bevande. Situazioni che invitano alla calma e alla meditazione…che fanno tanto oriente, insomma.

                     In questi cortili c’è un viavai di viaggiatori, la maggior parte giovani (ma anche qualche tardo-giovane come noi). Chi legge, chi scrive un diario, chi consuma cibi o bevande, una atmosfera molto piacevole insomma. Ed è qui che si prendono contatti per gli spostamenti successivi, ci si aggrega con altri per un breve tratto, ci si scambia informazioni.

                     Buchara è una città molto viva e piacevole. Strutturata intorno ad una piazza centrale, un po’ come le nostre città medioevali. Questa piazza si chiama LYABI-HAUZ  ed ha al centro una grande vasca/fontana che ricorda Bagno Vignoni. Intorno numerosi caffè con tavolini e letti/sofà dove prendere un thè o mangiare qualcosa, tra platani secolari. La piazza è delimitata da antiche madrase , ora adibite a mercatini.

                    Ma la città ha parecchi punti di interesse storico-artistico: il MINARETO KOLON (47 metri) con tutta la piazza circostante; l’ARK, la costruzione più antica della città e palazzo dei “khan” che governavano la città (fino al 1920, poco dopo la rivoluzione russa); ZINDON, la prigione dove i prigionieri vivevano in condizioni durissime; il MAUSOLEO del PARCO SAMANI , uno dei più antichi, con i suoli meravigliosi intrecci di mattoni; CHAR MINAR, con le deliziose 4 torrette blu che splendono al sole; la MADRASA DI ULUGBECK, e tante altre moschee, madrase e caravanserragli.

                             Uzbekistan                                                segue pag. 12