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                                 28 luglio:

              KHIVA, hotel Arqonchi. Siamo arrivati ieri con un taxi da Buchara. Partenza ore 6.30, autista russo, ex pilota dell’Aeroflot, trovatoci dai proprietari del nostro B&B. Ha una vaga somiglianza con Antony Hopkins, molto simpatico ed affabile, ma purtroppo non condividiamo alcuna lingua! Viaggio in comodo pulmino con aria condizionata: $30 per 450 km. Abbiamo condiviso il mezzo con una simpaticissima ragazza venezuelana, che ora vive e lavora a Miami e che nella sua famiglia annovera anche un nonno  libanese. Ha l’energia, la determinazione e l’intelligenza della nostra amica Heidi. Ha 29 anni e ha già girato mezzo mondo, da sola, sacco in spalla, nelle poche ferie che gli schiavisti americani concedono!

                     Khiva è al contempo una conferma e una delusione. E’ sicuramente affascinante vedere una città quasi intatta così com’era nel…..secolo, con la sua cinta muraria di fango con i suoi torrioni arrotondati,       con le tombe,  di fango anch’esse, che sembrano appoggiate in modo sghembo e precario sulle mura… E all’interno il palazzo reale, le numerose madrase ricoperte di ceramiche blu, l’antichissima moschea dalle 218  colonne di legno. L’insieme è senz’altro molto suggestivo, ma si ha anche la sensazione di una città/museo, ormai morta, in cui al posto della normale vita e dei lavori della gente ci sono le infinite bancarelle per turisti, che vendono tutte le stesse cose, in una concorrenza spietata visto che l’offerta è infinitamente superiore alla domanda.

                     Per trovare un taxi da condividere con qualcuno che ci conducesse indietro a Buchara abbiamo stavolta utilizzato il locale ufficio informazioni. Il sistema ha funzionato e abbiamo trovato una coppia di inglesi.

                                  29 luglio.

                     Partenza da Khiva con un brutto taxi e ben presto abbiamo scoperto senza aria condizionata, con i 2 inglesi che non si sono rivelati molto “friendly. Attraversato di nuovo il deserto ma stavolta il gran caldo e l’aria bollente che ci sferzava il viso non hanno reso le 7 ore di viaggio molto piacevoli. Sarà per questo, per la stanchezza accumulata o per qualche cibo, ma io e Pierlu abbiamo cominciato ad avere disturbi stomaco/intestinali.

 

                     Arrivati a Buchara abbiamo scoperto che il nostro precedente hotel era completo e siamo quindi alloggiati al Fatima Hotel, con belle camere pulite ma ancora in ristrutturazione. A questo punto ci è venuta l’idea di anticipare il volo Tashkent/Baku dal 4 ag. al 1 agosto. In realtà non speravamo di riuscirci, ma vuoi per l’alto numero di intermediari cui abbiamo chiesto di fare le telefonate (visto che nessuno alla IMAIR parlava inglese), vuoi per un colpo di fortuna, ce l’abbiamo fatta.

                     Il tragitto Buchara / Tashkent l’abbiamo fatto in treno. Per l’acquisto del biglietto siamo incappati nelle solite procedure misteriose. Il giorno prima avevamo cercato di fare la prenotazione (come ci era stato raccomandato) ma siamo giunti all’ufficio preposto alle 17.10, 10 minuti dopo la chiusura dell’ufficio (altri turisti che erano riusciti a farlo ci hanno poi raccontato che l’impiegato addetto ci aveva messo 3 quarti d’ora per scrivere a mano i biglietti su un foglio di quaderno a quadretti: l’inefficienza della macchina burocratica sovietica è dura a morire!). L’indomani mattina abbiamo quindi tentato la sorte. Abbiamo raggiunto la stazione (che inspiegabilmente dista 20 km dalla città) per cercare di prendere il treno. Ma appena arrivati dei soldati  e altra gente ci hanno fatto capire che non c’era niente da fare: per Tashkent non c’erano più posti. Non ci siamo dati per vinti a e abbiamo continuato la fila per raggiungere la biglietteria, già pensando di raggiungere Samarcanda e poi da lì cercare una soluzione. Quando siamo arrivati di fronte alla energica bigliettaia, questa, dopo svariati “nijet”, ci ha consegnato 2 biglietti a testa: 1 fino a Samarkanda e 1 fino a Tashkent. Solo più tardi abbiamo capito che non si trattava di cambiare treno a Samarkanda ma semplicemente di passare dal vagone 3 al vagone 4. Dello stesso treno naturalmente! Mah!

                                 Uzbekistan                                                     segue pag 13