segue numero 2

Ci siamo diretti quindi verso Heviz, a pochi km, famosa città termale. E qui io e Pierluigi abbiamo deciso di non farci mancare l’esperienza delle terme. Noleggiati 2 salvagenti, come 2 bimbi scemi, siamo entrati in queste vasche di acqua calda (35°) e siamo stati qualche ora in ammollo in mezzo ad anziani , malridotti tedeschi.  La situazione aveva un che di inquietante: inservienti in camice bianco si aggiravano sulle passerelle sovrastanti le vasche; la lingua ufficiale era il tedesco con tutta la sua durezza…insomma c’erano tutti gli ingredienti di un lager …o di un manicomio. (Ogni tanto Pierluigi additava qualcuno di questi inservienti dicendo”ecco il medico dei matti!”

Ma anche il paragone con un inefficace Lourdes poteva reggere.

 

Esaurita questa esperienza abbiamo ripreso il cammino per strade secondarie, direzione Pannonhalma, sede di una famosa abbazia (una simil Cassino, ma più

elegante) costruita intorno ad una precedente chiesa gotica. Su di un altura, domina il paesaggio circostante fino all’ansa del Danubio.

 Sicuramente degno di nota nella zona è il “Panorama Camping”. E’ il primo campeggio che abbiamo utilizzato in Ungheria ed è stata una esperienza piacevolissima. Abbarbicato sui fianchi di una collina è stato sapientemente terrazzato, con quinte di cespugli ed alberi (molti noci) che favoriscono la privacy tra i vari ospiti. I frequentatori sono per la maggior  parte tedeschi. Molto pulito, silenzioso, essenziale. E’ così distensivo che abbiamo deciso di fermarci un giorno in più, a leggere. Il gestore, un simpatico “barbudo”, alle 10 in punto di sera diffonde per gli altoparlanti “Il silenzio” di Nini Rosso. Un modo simpatico per dire al popolo campeggiante di non rompere più le scatole dopo quell’ora! Roba che non sentivamo quella canzone da 30 anni!  Tutto questo bendidio per 13 euro a notte! iIn 2 naturalmente!

In partenza dall’abbazia un vecchietto a bordo strada ci ha fermato per venderci dell’ottima frutta. Mentre la pesava (con una rudimentale bilancia) ha cominciato a parlarci con  le poche parole che conosceva in italiano di un suo passato di pilota d’aereo…e che avrebbe trasportato un Ciano terrorizzato dall’Africa in Italia!  Boh!  Mitomane?  Ci mancavano comunque le pezze d’appoggio storiche per confutare!


 

Attraverso strade secondarie (ma sempre ben tenute) siamo quindi arrivati a Erzgom, che ha su un’altura i resti di un castello e una imponente basilica. Questa ha come unico pregio, a parte la grandiosità,  al suo interno una cappella di marmo rosso del XIV sec. smontata e rimontata dopo la ricostruzione della basilica nel XIX sec.

Quindi ci siamo diretti a Visegrad, una bella fortezza medioevale sull’ansa del Danubio, a picco sul fiume. In mezzo ad un bosco e in posizione strategica, è molto suggestiva

 


 

 

La tappa successiva è stata Szentendre, delizioso paesino a pochi km a nord di Budapest, molto ben preservato. Conserva stradine e case medioevali, chiese di vari culti perché pare che nel ‘400 molti slavi si siano rifugiati qui dalla Dalmazia invasa dai Turchi. E’ diventato negli ultimi anni un luogo prediletto dagli artisti e se ne capisce il motivo. Forse oggi è un po’ troppo turistico.

 

Siamo quindi ripartiti, direzione Budapest. Superato qualche problema di orientamento iniziale nell’ingresso in città (non aiutati da uno spietato vigile nazi) siamo come dio ha voluto arrivati al campeggio Niche, che non ha niente in comune con il Panorama Camping. Sciatto, sporco e caro! Ma tant’è. Ci siamo andati solo a dormire.

Budapest si è rivelata una capitale bella e curata. Non fosse per i 40° e umidità al 100% che tolgono il respiro…

Dopo aver visitato la cittadella di Buda, con le sue stradine e case medioevali e la neogotica chiesa di Matthias, siamo andati al parco delle Statue, una specie di rimessaggio delle statue di cui il passato regime aveva cosparso la città…. Invece di distruggerle gli ungheresi hanno deciso di riunirle in un luogo fuori città, rivelando anche un buon senso dell’umorismo. Viste tutte insieme queste statue , con la profusione di retorica e il cattivo gusto artistico…riescono anche a strappare un sorriso

Sonia racconta il suo viaggio

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